Il canale delle Bebe
 
Il canale delle Bebe
Man mano che il mare si ritirava rimanevano valli e paludi ma alcuni canali naturali consentivano il passaggio delle navi della Serenissima da Venezia al Po. L ’interramento di questi costituì però un grave problema per la Repubblica Veneta la quale dopo il 1200 dovette riordinare tutto il complesso di canali che consentivano la navigazione interna.
La linea di costa sino all’anno 1000 tra Cavanella e Brondolo era parallela alla odierna ferrovia Adria Chioggia, le dune non si erano ancora formate e il Canal di Valle non esisteva.
Dal Canale delle Bebe al mare vi era un insieme di canali naturali, altri fatti scavare dalla Repubblica Veneta e parecchie erano anche le valli, le maggiori erano la “Val in Proa” e la “Val del Becco grande”. Oggi la località è chiamata Valgrande.
Ecco come ne parla il Morari riferendosi alla situazione del nostro territorio tra il 1400 e il 1500: “Ma nelli stagni o lagune del porto di Brondolo sino alla Cavanella, cioè al Tartaro e all’Adice, tra il lito e la terraferma, vi sono molte valli e canali da pescarvi, il nome de’ quali sono, Proa, Becco Grande, Becco Picciolo, etc.”
Già nel IX secolo la Beba era indicata come confine del territorio di Chioggia, “da Fosson alla Beba e dalla Beba a Conche”, riportavano i documenti.. Ma quale Beba non è dato saperlo poiché le dispute territoriali con Cavarzere furono infinite.
Tre erano infatti le Fosse Bebe e per Fosse, termine latino, si intendono dei canali, tutti e tre derivanti dall’Adige e dei quali parleremo in dettaglio.
Per quanto riguarda poi l’origine del nome Beba, molti studiosi lo vogliono far risalire ai greci, addirittura ai Pelasgi. Si tratta invece di una semplice derivazione latina, e i romani già nel terzo o quarto secolo dopo Cristo, chiamavano la zona “Fossa Babia”.
Babia era infatti un nome proprio femminile romano e la conferma mi è stata data in una recente visita alla zona archeologica di Altino dove nel piccolo museo è collocato un busto di Babia, moglie di un alto funzionario romano che, probabilmente, chiamò l’allora importante via fluviale in onore della propria consorte.
In un documento del 1137 si parla della Beba Vecchia che si staccava dall’Adige tra Cavarzere e il monastero di San Michele, esattamente sulla svolta del fiume chiamata Revoltante. Proprio davanti a Revoltante e, confermata dalle carte topografiche del luogo, esiste ancora oggi una località chiamata “Gorgo della Beba”.
Interessante è il confronto tra le Tavole n. 36 e 43 recuperate dal Bellemo nell’Archivio storico del Comune di Chioggia. La 43 è del 1470, mentre la 36 non è datata ma è senz’altro più antica, forse del secolo prima, infatti non esiste ancora Tor Nova mentre vi è già segnato il Canale di San Lazzaro.
Nella Tavola del 1300 notiamo che la Beba vecchia è per la maggior parte interrata e viene già chiamata Beba secca. Poco a monte della Beba secca troviamo un altro canale, la “Cochola”, anch’essa mezza interrata e ancor oggi la località viene chiamata “Fossa Coccola”.
Nella stessa Tavola notiamo anche una serie di canali provenienti dalle valli di Rottanova e Cona che, assieme al “Canal de cuor de nasso” e al “Canal de San Piero”, vanno ad alimentare i Molini delle Bebe.
I Molini delle Bebe costruiti nel 1320 sono stati localizzati nell’odierna Valcerere-Dolfina ed erano importanti non solo dal punto di vista economico, ma anche perché furono teatro di epici scontri nella guerra tra Genova e Venezia nel 1379.
Sino al 1100 i navigli che si dirigevano verso la Lombardia passavano per questa Beba antica che sfociava nel Brenta tra Civè e Castel del Brenta.
Da Revoltante un altro canale, il Silvus Longus, di cui abbiamo notizie dalla “chronica parva ferrariensis” del Muratori, attraversati i territori di Loreo e Adria, raggiungeva il Po di Corbola, ramo ormai scomparso, immettendosi nel Po di Venezia all’altezza di Bottrighe.
Il Gorzon costeggiava invece l’Adige e sfociava proprio a Fosson che nella tavola successiva si chiamerà “Cavanella chiamada il Becco”.
Il territorio in riva sinistra dell’Adige di fronte a Tornova è chiamato “Regione di San Lazzaro” e due canali nascono dal nostro fiume: Il “Canale di San Lazzaro” che, unitosi al “Canal del Ton”, alimenterà anch’esso i Molini delle Bebe sfociando poi nel Brenton, a Torre Bebe. Il secondo sarà la Beba nuova che ci risulta chiamarsi: ”Beba va alla Torre”.
Nella tavola successiva che risale al 1470 la situazione è cambiata, troviamo già Tor Nova e naturalmente il Canale delle Bebe. La Valle del Becco, grazie alle opere di bonifica si è ristretta e si notano pure la località Motte e una serie di canali che attraversano il piccolo territorio.
La Beba nuova è dunque quella che noi conosciamo come il “Canale delle Bebe” e il primo documento in cui se ne parla risale al 1137, ma il canale esisteva già poiché la Repubblica Veneta, sempre in quel documento, ordinava di tenerla sempre aperta e pulita per il passaggio delle imbarcazioni “Porro ipsa via per Babiam nova semper aperta et disocupata essa debet, etc”.
La navigazione tra Venezia e il Po avveniva allora attraverso la laguna veneta fino a Chioggia. Una “Fossa”, corrispondente all’attuale Canal Lombardo, permetteva di arrivare a Torre Bebe, fortificazione che a quel tempo difendeva il porto di Brondolo.
Da qui proseguendo per il Canale delle Bebe si arrivava all’Adige, nella località chiamata “Regione di San Lazzaro”, proprio davanti a Tornova, che ancora non esisteva. Attraversato l’Adige si proseguiva per il Canale di Loreo, il Canale della Rettinella e si arrivava al Po.
Nel 1224 fu scavato il “Canale di Loreo” che univa il Po all’Adige proprio a Tornova, dove la Repubblica Veneta aveva istituito le “palate”: una tassa sul passaggio delle barche. A protezione di questa attività in seguito fu costruita una torre, la ”Torre Nova” che darà poi il nome alla località.
Questo sistema di canali costituiva la “Navigazione di Lombardia” perché consentiva il commercio tra la Serenissima e le città lombarde attraversate dal Po.
La Beba nuova o Canale delle Bebe nasceva dunque dall’ Adige in località San Lazzaro proprio di fronte a Tornova e correva in linea retta sino Torre Bebe dove sboccava nel Brenton o Brenta vecchio.
L’Adige segnerà sempre il confine a Sud del territorio di Chioggia mentre ad Ovest, fin dal Medioevo, il confine sarà sempre il Canale delle Bebe. Ora il Canale esiste ancora, arriva sino a Punta Pettorina, raccoglie le acque dello scolo San Piero e fa capo all’idrovora di San Pietro che per noi è sempre il “Macchinario nuovo”, sfociando poi nel Canal di Valle. Da Punta Pettorina all’Adige il confine dovrebbe seguire la strada costruita sul vecchio argine del Canale delle Bebe chiamata ora Via di Punta Pettorina.